Esther, introversa e spigolosa, scopre dopo un incidente di non essere figlia naturale dei suoi genitori e ciò la porta ad allontanarsi per cinque anni da casa.
Questo allontanamento acuisce la sua introversione e il suo isolamento fino a decidere di avere un figlio con l’inseminazione artificiale per coronare definitivamente l’autarchia sentimentale.
A otto anni dalla nascita di sua figlia Miriam, una strana malformazione al cuore della bambina la costringe a cercarne il padre biologico… che risulta essere un introverso professore di fisica il quale, come lei, ha fatto della solitudine il suo stile di vita. Ma le due ostinate solitudini non hanno fatto i conti con la personalità dirompente della piccola Miriam…
“Vedere aumentare la catasta di pacchetti infiocchettati sotto il pino carico di palline rosse le dava un certo brivido, una novità che apparentemente non accennava ad avere fine. Ogni sera reinventariava i bigliettini allegati ai pacchetti e s’accorgeva con piacere che le scatoline recanti il suo nome erano sempre le più numerose.
– Bello il Natale – concludeva ogni sera soddisfatta di quelle bizzarre novità.
Dopo un po’ che era cominciata quella sequela Joe s’interrogò se per caso non stesse interferendo con la formazione religiosa di Miriam e decise di intervenire, spiegando a Miriam che differenza ci fosse tra essere ebrei ed essere cristiani. Alla fine del suo lungo monologo Miriam rimase un po’ perplessa, non immaginava che si potesse non essere ebrei, non immaginava che al mondo ci fossero tante religioni e che alcune religioni diverse adorassero lo stesso Dio.
– Vediamo se ho capito… – disse con aria meditabonda – Gesù era ebreo… però tu sei cristiano… e credi che questo Gesù sia il Messia –
– Esatto – confermò Joe.
– Mi sembra un po’ contorto… non faremmo prima ad essere tutti e ebrei o tutti cristiani? –
– Suppongo di sì –
– …ah –
Miriam tacque, un intero mondo metafisico le si era aperto davanti.
Dopo un lungo silenzio in cui elaborò le molteplici informazioni concluse dicendo:
– Anche se sono ebrea posso prendere i regalini con il mio nome? –
– Direi di sì – la tranquillizzò Joe.
– Ottimo –
La questione religiosa era risolta”.
By Rebecca Quasi